Se la vita del paziente è a rischio, va subito informato il medico curante

Se la vita del paziente è a rischio, va subito informato il medico curante

La struttura sanitaria ha l’obbligo di comunicare senza alcun ritardo l’esistenza, negli accertamenti diagnostici effettuati, di condizioni tali da mettere in pericolo la vita del paziente. Sentenza 1251-2018

Questo è il principio di diritto che la Suprema Corte, con la sentenza n° 1251/2018, pubblicata il 19/01/2018, consegna alle Corti territoriali italiane.

Nello specifico, osserva la Corte come, nel novero degli abituali doveri incombenti sulla struttura sanitaria nell’ambito del cd. “contratto di spedalità”, rientri anche quello di tempestiva informativa al medico curante circa l’esistenza di un imminente pericolo di vita, indipendentemente dal fatto che tale obbligo non rientri nei “protocolli interni o nelle cd. “linee guida” approvate.

Il ritardo nell’adempimento di tale obbligo comporta la “violazione del precetto di cui all’art. 1176, secondo comma, del codice civile” e, pertanto, fa sorgere il diritto al risarcimento del danno patito in favore del paziente, ovvero, in caso di decesso, in favore dei superstiti.